Il ministro dell’Industria britannico Vince Cable ha difeso il provvedimento con cui il governo Cameron intende triplicare le tasse universitarie definendolo “una scelta difficile” ma volta a introdurre un sistema migliore di finanziamento per gli atenei britannici.
Il ministro liberaldemocratico ha anche detto che comprende la decisione di alcuni compagni di partito di astenersi durante l’imminente voto che darà il via libera definitivo al provvedimento.”Il partito ha promesso in campagna elettorale di impegnarsi a non aumentare le tasse – ha riconosciuto Cable – ma siamo in una coalizione”, e ha parlato esplicitamente della necessità di un “compromesso” con i Tory e di scelte inevitabili adottate nell’interesse del Paese.
In attesa del voto alla Camera dei Comuni a Londra e nel resto del Regno Unito continuano le proteste contro l’aumento delle rette, definito dai manifestanti “un tradimento nei confronti dei giovani”. Gli studenti spiegano poi che con i tagli in previsione molti atenei vedranno ridotto dell’80 per cento il loro budget, con buona parte che resterà senza più finanziamenti pubblici. E in più non ritengono sufficienti i piccoli segnali di apertura giunti dall’esecutivo.
Sulle rette che gli studenti dovranno pagare per sostenere le università, governo e sindacati sono su posizioni diametralmente opposte. Secondo l’esecutivo con il nuovo sistema solo eccezionalmente si pagherà più di 6.000 sterline, mentre per i sindacati il prezzo di una laurea finirà per raddoppiare per la gran parte degli studenti e alcuni atenei saranno costretti per sopravvivere a imporre tasse per almeno 8.000 sterline l’anno.
Intanto gli oltre 200 studenti che da fine novembre occupano l’University college London saranno costretti a lasciare parte dei locali su ordine di una corte londinese. Il giudice non ha ritenuto che la fine dell’occupazione violasse i diritti fondamentali degli studenti ma ha riconosciuto che le occupazioni sono state pacifiche e responsabili e si sono svolte senza interrompere le attività accademiche.
Tra due settimane gli studenti sapranno se sono condannati a pagare le 40.000 sterline di spese legali e nel frattempo spiegano: “Sarebbe una beffa dover pagare questa cifra enorme soltanto per aver tentato di difendere i nostri diritti”. Il timore, insomma, è che la somma si aggiunga all’aumento delle rette in via di approvazione.
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