È prevista per domani, 17 novembre, l’ondata di proteste delle università e degli studenti in occasione della giornata mondiale del diritto allo studio, attraverso i cortei delle principali città italiane. Ad oggi sono più di 100 i cortei annunciati, per “chiedere che questo governo ponga al centro l’università pubblica e diritto al sapere, perché il sapere non può essere una concessione del governo, è un nostro diritto”, ha fatto sapere l’Unione degli Universitari.
Le proteste e i cortei affiancheranno, come ha sottolineato l’Associazione “rete della conoscenza”, quelle di tanti studenti in Europa che il 17 novembre “si faranno sentire per veder garantito e ampliato il diritto allo studio per tutti”.
Dopo le due giornate di mobilitazione nazionale, scatenate soprattutto dai tagli alle borse di studio, il Ministro Gelmini ha in parte risposto positivamente, restituendo 100 milioni al fondo per le borse, tuttavia, comunica l’Associazione universitaria Link, “siamo anche preoccupati per la discussione in parlamento del ddl Gelmini, che rappresenta l’atto finale di distruzione delle nostre università”.
Ad avviare l'”autunno caldo” saranno domani, 17 novembre, oltre agli studenti con sit-in, cortei e flash mob, anche le università e gli enti di ricerca che sciopereranno per alcun ore o per l’intera giornata, nonché le scuole e i lavoratori guidati da Flc Cgil. Ad aggiornare in real time sul proprio sito, l’evoluzione dei cortei in tutta Italia è l’Uds, che ha raccolto adesioni autorevoli all’appello fatto agli studenti e alle studentesse per le proteste in favore del diritto allo studio.
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