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Università Telematiche, un motore di sviluppo per il nostro paese

da | Mar 2025 | Università telematica | 0 commenti

Negli ultimi anni le università telematiche stanno vivendo una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’istruzione. Nate inizialmente come un’alternativa di nicchia, queste istituzioni stanno contribuendo in maniera importante all’aumento dell’istruzione degli italiani.

Tuttavia, il loro sviluppo è stato accompagnato da costanti polemiche e critiche dagli ambienti accademici tradizionali e dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). Ma il motivo principale di questi attacchi è proprio la loro natura privata e la capacità di autosostenersi e gestirsi autonomamente, senza dipendere in maniera significativa da finanziamenti pubblici.

Ma sono davvero le università telematiche un problema per il sistema di istruzione italiana? Oppure rappresentano una preziosa risorsa per il nostro paese?

Il problema dell’istruzione terziaria

Uno dei problemi più preoccupanti per il nostro Paese riguarda la scarsa istruzione superiore. Secondo i dati dell’ISTAT, l’Italia rimane al di sotto della media europea per percentuale di laureati, contando che il 35,1% della popolazione europea tra i 25 e 34 anni possiede una laurea, mentre in Italia questo valore si aggira sul 20%.

La causa di questa situazione, secondo gli esperti, è il risultato di un sistema universitario che, nonostante i finanziamenti, fatica a supportare la formazione. Infatti tra i diversi problemi delle università tradizionali troviamo:

  • Costi elevati: Le tasse universitarie e i costi accessori (come alloggio, trasporti e libri di testo) rappresentano una spesa non indifferente per molte famiglie.
  • Difficoltà logistiche: Chi vive in zone limitrofi e non ben servite, deve spesso affrontare lunghe trasferte spesso costose.
  • Lunghi tempi di laurea: Secondo i dati riportati dall’ISTAT il numero degli studenti delle università tradizionali che vanno fuori corso è nettamente maggiore degli studenti delle università telematiche.
  • Scarsa connessione con il mondo del lavoro: Gli atenei tradizionali purtroppo a volte peccano di connessioni dirette con il mondo del lavoro, a differenza degli atenei telematici che sono spesso molto attivi su questo fronte.

La crescente domanda verso le università telematiche

Nell’anno accademico 2013/2014, gli iscritti a un corso di laurea erano circa 50.000, mentre nel 2023/2024 le iscrizioni all’università hanno superato i 280.000.

Questi dati dimostrano che esisteva una domanda all’istruzione universitaria che non trovava una risposta adeguata nel sistema di istruzione tradizionale. Ma, come suggerisce la legge di Say (l’offerta crea la propria domanda), l’avvento delle istituzione telematiche ha cambiato le carte in regola, permettendo a migliaia di persone di potersi iscrivere all’università senza particolari limitazioni.

Ma perché le persone preferiscono l’università telematica rispetto a quella tradizionale?

  1. Accessibilità economica: Spesso accade che i costi di iscrizione alle università telematiche siano uguali o addirittura inferiori rispetto a quelle tradizionali, specialmente se si tratta di studiare da fuorisede.
  2. Flessibilità: Grazie alle lezioni online gli studenti possono seguire le lezioni senza vincoli di orari o di presenza fisica, rendendo l’istruzione libera e non limitata dagli impegni personali.
  3. Innovazione tecnologica: Gli atenei online investono costantemente nelle tecnologie avanzate portando un valore aggiunto alla didattica e migliorando l’esperienza di apprendimento.

Questi sono alcuni di quei fattori del perché molte persone preferiscono iscriversi all’università telematica e non dover rinunciare ai propri impegni personali.

Finanziamenti universitari a imparziale

Tra le critiche, come già detto, spesso troviamo come argomento principale il modello di finanziamento rivolto alle due tipologie di istituzioni. Mentre gli atenei statali ricevono la maggior parte dei loro fondi dal Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), le telematiche ne ricevono una quota irrisoria che ammonta a circa 2 milioni su 9 miliardi (0,02%). In poche parole, le istituzioni private si autosostengono grazie alle rette pagate dagli studenti.

C’è comunque da precisare che gli atenei statali stanno accumulando vari surplus finanziari significativi. Infatti, il 2023 è stato chiuso con un positivo di 900 milioni di euro, da aggiungere ai 2 miliardi di patrimonio non vincolato e ai 7 del patrimonio vincolato (leggi qui). Questi fondi potrebbero essere reinvestiti per migliorare la qualità dell’istruzione, ampliando l’offerta formativa e supportando gli studenti economicamente svantaggiati.

Le università telematiche rappresentano un’ottima risorsa per il futuro dell’istruzione

Se l’avanzamento della tecnologia è il futuro, allora le università telematiche rappresentano una risorsa molto importante per la crescita del nostro Paese.

Queste istituzioni contribuiscono a:

  • Aumentare il numero di laureati in Italia riducendo la disparità con gli altri Paesi europei.
  • Garantiscono una flessibilità tale da permettere a tutti gli iscritti di poter conciliare lavoro e impegni personali con lo studio.
  • Promuovere l’innovazione nell’istruzione attraverso l’utilizzo di strumenti digitali avanzati.

Nonostante le numerose critiche, è evidente come l’impatto della didattica online sia positivo per l’intero sistema universitario. Se gli atenei tradizionali vogliono restare competitivi, allora è necessario che si adattino alle nuove esigenze che il mercato richiede.

Il mondo è in continua evoluzione e le università telematiche stanno contribuendo in questa mission.

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