Il Politecnico di Milano crea un cuore digitale perfettamente identico a quello umano. È questa la notizia che potrebbe rivoluzionare la medicina nei prossimi anni.
Il cuore umano ma con funzionalità digitale è stato chiamato iHeart, ed è stato sviluppato grazie a un Advanced Grant da 2,35 milioni di euro finanziato dal Consiglio europeo della ricerca, sotto la guida del professor Alfio Quarteroni di Polimi.
Il modello simula in ogni dettaglio e funzione il cuore di una persona, comprese tutte le complessità dell’organo umano.
“L’obiettivo di iHEART è quello di costruire un modello matematico del cuore umano, ossia una replica virtuale dell’organo che permette di studiarne e predirne il comportamento attraverso simulazioni effettuate al computer. Per costruire un modello di questo tipo, stiamo cercando delle equazioni matematiche in grado di rappresentare in modo fedele il comportamento del cuore, a partire dalla scala delle cellule fino a quella degli atri e dei ventricoli. In questo modo si ottiene un sistema di equazioni, tutte accoppiate fra di loro secondo una fitta rete di interazioni. Per queste equazioni molto complesse si utilizzano degli opportuni algoritmi, implementati al computer, che permettono di trovare una soluzione approssimata, ma tuttavia molto precisa.” Avevano comunicato i ricercatori quando il progetto era ancora in fase di sviluppo.
fonte: Politecnico di Milano
Il cuore umano e gli sviluppi in campo medico
Il cuore sviluppato dal PoliMi potrebbe essere impiegato in ambito cardiologo e cardiochirurgico. Con l’utilizzo di dati biometrici e di esami diagnostici di un dato paziente, iHEART potrebbe essere impiegato e utilizzato, creando così un “gemello digitale” del cuore del paziente. Il cardiologo quindi utilizzerebbe il cuore digitale per studiare al meglio una strategia di intervento, vagliare ipotesi, valutare la reazione del cuore ai vari tipi di intervento, prima di agire sul paziente reale.
Nulla vieta infine di utilizzare il cuore digitale in ambito di ricerca medica. iHEART permetterebbe di effettuare analisi di scenario, studiare le interazioni fra le diverse componenti dell’organo o gli effetti di patologie e di terapie innovative, applicandole al cuore digitale.
Le parole dei Ricercatori
Il professor Alfio Quarteroni entusiasta della buona riuscita del progetto commenta così la sperimentazione di iHEART:
“Con iHeart ora abbiamo un modello avanzato di cuore umano capace di rispondere a ogni necessità di un medico. Al momento è stato usato per poche specifiche richieste ma l’obiettivo è che in breve tempo sia a disposizione anche su vasta scala per dare risposte personalizzate a qualsiasi richiesta di un medico che deve ad esempio operare un cuore”.