I
tagli all’Università portati avanti dalle politiche di governo non sono sopportabili. A dirlo stavolta non è un sindacato di studenti o la rete dei ricercatori indisponibili ma il Presidente della Camera Gianfranco
Fini, oggi all’Università di Foggia per inaugurare l’anno accademico 2010-2011, uno dei pochi inaugurati fin’ora dagli atenei italiani nella maggior parte dei quali ancora regna il caos contro la riforma, e le lezioni non partono. Proprio sulla
riforma dell’università italiana si è pronunciato Fini.
Se non vengono impiegati
fondi consistenti per promuovere effettivamente il merito e la carriera dei ricercatori nel sistema universitario nazionale, ha spiegato infatti il presidente della Camera, allora la riforma dell’università diventa poco credibile e “a quel punto sarebbe
meglio ritirarla“.
Un discorso che arriva pochi giorni dopo le
dichiarazioni della ministra firmataria del ddl di riforma, Mariastella
Gelmini, che facendo il punto della situazione – alla luce del
rinvio della riforma comunicato dal Tesoro per l’insufficienza dei fondi a disposizione – ha nuovamente spiegato che uno degli interventi principali della riforma sarà quello di accorpare atenei e dipartimenti, e così alcune università saranno costrette a
chiudere. Affermazioni che hanno destato preoccupazioni in
studenti, ricercatori e rettori, e che lo stesso presidente della Repubblica
Napolitano ha affermato di condividere nel suo ultimo intervento davanti agli studenti della Normale di Pisa per il duecentenario dell’ateneo.