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Si apre una
settimana calda per la riforma universitaria. Dopo le
manifestazioni degli studenti in tutta Italia che venerdì ha visto la partecipazione di
300mila persone tra studenti universitari e medi, ricercatori, docenti e genitori, stando ai dati forniti dagli organizzatori, sale la tensione sul ddl. Oggi è in programma la riunione dei capigruppo parlamentari per decidere quando ci sarà la
discussione alla Camera sul ddl di riforma del sistema universitario, discussione che per ora resta calendarizzata a
giovedì 14 ottobre, un giorno prima dell’apertura della sessione di bilancio, e per cui il voto finale sul ddl rischia di slittare a metà novembre, se non più in là.
Proprio per giovedì 14 gli studenti universitari e i ricercatori hanno annunciato che assedieranno
Montecitorio, in concomitanza con la discussione sul ddl. Con il presidio l’intento è quello di far presente per l’ennesima volta al Governo che è necessario tener conto delle esigenze di ricercatori e studenti prima di approvare la riforma così come pensata dal ddl.
Dall’agenzia parlamentare arriva inoltre la notizia che
mercoledì 13 saranno nominati presidente, vicepresidente e segretari della Commissione Cultura che porterà a termine l’iter sul disegno di legge.
Ma le manifestazioni non si fermano, mentre ancora le lezioni non partono in molte facoltà italiane, continuano lungo tutto lo stivale
assemblee e lezioni alternative sulla riforma. In calendario, oltre al presidio sotto Montecitorio, poi, c’è anche la manifestazione del
16 ottobre organizzata dalla FIOM con il titolo “Il lavoro è un bene comune” che vedrà insieme studenti e precari, e poi l’assemblea nazionale alla Sapienza fissata per domenica
17 ottobre.
Intanto è di
Link coordinamento universitario, l’associazione studentesca che sta tenendo le fila della protesta degli studenti su tutto il territorio, l’idea di spiegare in un
video il motivo della protesta che vede insieme ricercatori e studenti.