L’esame
in Commissione Cultura alla Camera del
ddl di
riforma dell’Università si è concluso in settimana, con la
discussione di importanti
novità da parte della Conferenza dei capigruppo alla Camera alla presenza del Ministro Gelmini, e con l’obiettivo di accelerare l’iter della riforma che sempre più probabilmente non approderà in Aula prima del 14 ottobre. Ma la decisione finale su quando ci sarà effettivamente la discussione sul ddl non si saprà prima di lunedì.
Per accelerare la riforma, e dopo il vaglio degli emendamenti presentati, la Commissione ha introdotto delle novità con l’intento di placare soprattutto la
protesta dei ricercatori universitari. Tra queste novità rientrerebbe un piano di assunzioni di 6 anni per 9mila docenti, la reintroduzione degli scatti meritocratici e soprattutto lo
sblocco del
turn over, per cui non veniva equilibrata l’uscita di docenti in pensione con l’arrivo di “nuove leve”.
Tuttavia il nuovo “fondo per la valorizzazione del merito accademico”, come è stato chiamato, comporterebbe inevitabilmente una sostanziale
variazione in materia di
risorse necessarie, e si attende dunque tra i pareri delle commissioni competenti, soprattutto il via libera della Commissione bilancio.
A questo proposito la relatrice del ddl
Frassinetti spera che il provvedimento venga discusso in concomitanza con la sessione di
bilancio prevista per il 15 ottobre. Sulle sorti del ddl non si saprà niente fino a lunedì, quando è stato fissato un probabile incontro per la definizione più puntuale delle prossime tappe parlamentari.
Intanto, se da un lato i finiani cantano vittoria per l’accoglimento degli emendamenti presentati, tra cui il ripristino del turn-over per le università virtuose, dall’altro gli esponenti del Partito Democratico subordinano la propria approvazione all’approdo in aula all’incasso di alcuni “via libera”. Tra i più rilevanti: il
blocco dei tagli al fondo ordinario in discesa libera negli ultimi anni e il sostegno agli studenti meritevoli ma privi di mezzi, “per questo – ha sottolineato Franceschini, capogruppo del
Pd alla Camera – condizioniamo all’accoglimento delle nostre proposte la disponibilità ad affrontare la riforma anche durante la sessione di bilancio che comincia il 15 ottobre”.