A vincere il
Nobel 2010 per la
Medicina è lo scienziato e medico
Robert Edwards, “padre” di milioni di bambini in provetta. Proprio le ricerche di Edwards sulla fecondazione artificiale, iniziate alla fine degli anni sessanta all’Università di Cambridge, infatti, hanno reso possibile la
fecondazione in provetta. Una tecnica che ha portato poi risultati concreti dieci anni dopo permettendo a circa quattro milioni di bambini di nascere da coppie che naturalmente non potevano averne. Una possibilità che ha scatenato dibattiti da una parte all’altra del globo negli ultimi decenni, soprattutto tra i movimenti
pro-life da sempre contrari all’intervento della tecnica nei cicli riproduttivi.
Adesso proprio allo scienziato di
Cambridge va il
noto riconoscimento per la Medicina dell’Accademia di Svezia, una notizia che ha già ricevuto gli entusiasmi delle comunità scientifiche e politiche del mondo. In Italia invece la situazione è stata diversa. La Chiesa cattolica e i rappresentanti dei movimenti per la vita hanno definito le scoperte di Edwards come “aggressioni alla vita” del tutto “inaccettabili” rispetto alle quali rimangono forti “perplessità” dal punto di vista etico.
Sulla questione, insomma, le opinioni sono rimaste oscurate dal ‘no’ secco del
Vaticano, che come sempre esercita una forte influenza sulle frontiere e sulle aspirazioni della ricerca italiana, soprattutto a livello di legislazione. Ne è un esempio la
legge 40, che in Italia regola la fecondazione assistita, e su cui – cautamente – ora si riapre il dibattito.