Nessuna precedenza agli
studenti lombardi nei test di ammissione all’università. L’
emendamento della Lega presentato la scorsa settimana per richiedere alla Regione Lombardia il diritto di prelazione dei ragazzi padani per i corsi di
laurea a numero chiuso, era stato infatti approvato con i soli voti della maggioranza, ed è stato riformulato.
La
revisione del testo è passata dalle mani dell’assessore regionale all’Istruzione, Gianni Rossoni, che ha proposto modifiche al testo, che è stato approvato in consiglio regionale. In questo modo, viene
archiviata la possibilità di “agevolazione” degli studenti
padani per
accedere alle facoltà a numero chiuso rispetto agli studenti non residenti o che risiedono da meno di 5 anni in Lombardia.
La richiesta iniziale, che era stata formulata dal leghista Massimiliano Orsatti la scorsa settimana, puntava sul voto di
maturità come oggetto di valutazione nelle graduatorie di accesso, elemento che secondo la Lega
penalizzava gli studenti del Nord, valutati più duramente alla maturità rispetto ai colleghi del Sud.
A invertire la rotta, e a far parlare l’opposizione di “
retromarcia“, è l’assessore Rossoni, che ha chiarito le priorità della Regione, ovvero “puntare sul merito e anticipare le nuove modalità dei criteri di accesso alle borse di studio introducendo prove oggettive su base volontaria per gli studenti che si iscrivono al primo anno di università e fanno richiesta di un sussidio”.