Scoppia la
polemica sull’
ultimatum che l’Università di Bologna ha lanciato ai
ricercatori chiedendo loro in una lettera di mettere per iscritto la loro disponibilità – o indisponibilità – al regolare svolgimento delle attività didattiche, in modo da sostituire i ricercatori che aderiscono al
blocco della didattica ( in segno di protesta contro riforma Gelmini e tagli ai fondi) con docenti esterni a contratto. Ma il rettore controbatte: “Non si tratta di un ultimatum”.
Si tratta invece, secondo le parole di
Ivano Dionigi, rettore dell’Alma Mater, di un’operazione necessaria a “garantire almeno i livelli essenziali dell’
offerta formativa programmata”. Esigenza che nei piani dell’ateneo va tenuta presente insieme alle ragioni dei ricercatori.
Il Segretario della Cgil Guglielmo
Epifani, ha definito la decisione dell’ateneo bolognese come “una regressione sul terreno della libertà del diritto allo sciopero”. Dopo le forti critiche del Pd, insomma, anche la Flc-Cgil si fa sentire. Mimmo Pantaleo, segretario generale, ha parlato della vanificazione delle rivendicazioni dei ricercatori a tempo indeterminato che rischiano di “essere messi nel limbo del dimenticatoio e dei precari che vedono davanti a sé anni di ulteriore lungo periodo di precariato senza alcuna certezza in termini di stabilizzazione”.
Intanto per i primi di ottobre è stata lanciata una
mobilitazione nazionale di studenti e ricercatori nelle università.
E il diritto degli studenti chi lo tutela? ci vorrebbe tutta una legislazione che tuteli gli studenti e la qualità degli studi da parte delle Università nei confronti degli studenti, con la possibilità ad essere risarciti nel caso in cui le Università non impartiscano insegnamenti di qualità ed in linea con il mercato del lavoro.
Se uno studente sbaglia un percorso universitario si è rovinato la vita, allora le Università dovrebbero risarcire i danni inflitti agli studenti.
Quindi tutta una legislazione di tutela degli studenti nei confronti di professori ed Università e di quello che viene insegnato loro, IL DIRITTO AD AVERE UNA FORMAZIONE DI QUALITA’.
Le responsabilità dell’ interruzione del servizio ricadrebbero sui Rettori, non sui ricercatori, che non hanno obblighi di didattica, né sui sindacati.
Si fa presto a parlare quando le responsabilità ricadono sugli altri, i Rettori sono i responsabili dell’ Università e del regolare svolgimento delle sue funzioni, quindi sono costretti a prendere provvedimenti.