Il sistema di tassazione degli atenei italiani è una vera e propria “giungla di distinzioni, differenziazioni e parametri”, in base ai quali si cerca di calcolare il costo delle tasse universitarie. Ѐ quanto emerso da un’indagine condotta da Adiconsum, in cui si è messo a confronto quanto si paga nei vari atenei italiani. “Un dato emerge su tutti e cioè che il costo dell’università – dichiara Pietro Giordano, segretario generale dell’associazione – è un’ulteriore stangata per le famiglie”.
Inizia il periodo delle iscrizioni e la situazione nelle università italiane non è per niente semplice. Quest’anno, infatti, il sistema di tassazione deve tener conto di tutte le novità del decreto legislativo 68/2012 sul diritto allo studio e della spending review, che ha introdotto un rincaro delle tasse universitarie a carico dei fuoricorso e dei fuori sede. A proposito di questi ultimi, l’indagine Adiconsum ha rilevato che, se in alcuni atenei si prevede un aumento, in altri non si fa alcuna differenza. Ad esempio, alla Sapienza di Roma è stata stabilita una maggiorazione del 50 per cento a partire dal terzo anno fuori corso, mentre nell’Università dell’Aquila si è deciso di applicare solo la tassa regionale e l’imposta di bollo pari a 150 euro per tutti.
Quello che emerge dall’indagine Adiconsum è, in poche parole, un sistema di tassazione per niente equo e con un’estrema differenziazione di parametri e prezzi. All’Università di Milano le tasse universitarie oscillano tra un minimo di 795 euro e un massimo di 3.788 euro, mentre in quella di Bologna si arriva perfino ai 3.983 euro. Per fare qualche altro esempio, alla Sapienza di Roma i contributi vanno dai 387 euro a 2.328 euro, alla Federico II di Napoli dai 559 euro a 1.658 euro e all’Università degli Studi di Cagliari dai 367 euro a 2.891 euro. All’Università di Firenze, invece, i costi sono compresi tra i 1.470 euro, incluso il contributo per laboratorio, e i 3.654 euro.
A prescindere dal limite di accesso imposto dal numero chiuso, in Italia il sistema di calcolo delle tasse universitarie “non garantisce – spiega Giordano – pari opportunità di studio a tutti gli aventi diritto, tagliando fuori studenti fuori sede, studenti con reddito basso, studenti lavoratori”. Proprio per questo motivo, così come suggerisce anche il segretario generale di Adiconsum, “occorre un sistema di tassazione più uniforme ed equo“.
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