margherita hack ricerca di base
La
ricerca di base, vale a dire quella che indaga sulle leggi di natura per la curiosità di conoscere e scoprire, non può essere considerata “
inutile” dalla classe dirigente. A dirlo a chiare lettere è
Margherita Hack, l’astrofisica italiana famosa in tutto il mondo, da sempre vicina alla ricerca pubblica e libera dagli interessi di parte. Proprio la Hack, questa mattina sulle pagine del
Corriere, lancia un appello relativo alle politiche che stanno riformando università e ricerca.
“La notizia che il ministro Tremonti avesse posto diversi istituti di ricerca tra gli
‘enti inutili‘, è di una gravità tale per la ricerca scientifica italiana che mi chiedo come sia possibile che giornali e televisioni non l’abbiano sottolineato con forza” ha scritto la Hack.
Tra gli enti che erano stati indicati come inutili, l’astrofisica segnala l’Istituto di alta matematica, quello di oceanografia e geofisica sperimentale e l’Istituto nazionale di astrofisica. Si tratta, ha spiegato la Hack, di luoghi fondamentali per l’avanzamento della ricerca italiana. Se l’
innovazione dipende dal progresso della ricerca applicata, ha detto infatti l’astrofisica, è dalla ricerca di base che dipende il futuro di qualsiasi applicazione produttiva.
Tagliare la ricerca intesa come
curiosità sarebbe come destinare l’Italia a regredire allo stato di paese “sottosviluppato”, ha suggerito la Hack riferendosi alle politiche dei
tagli alle università e alla ricerca pubblica che mettono in fuga i migliori cervelli. “Il non rendersi conto di questo da parte delle nostre classi dirigenti è segno di grande inadeguatezza e miopia” ha concluso.