Sempre più studenti conciliano
lavoro e università. A dirlo è l’
Istat nella quarta indagine sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati, che ha considerato il periodo 2004-2007.
Secondo l’Istat sarebbero il
25 per cento dei diplomati nel 2004 gli studenti che nel
2007 sono iscritti all’università e svolgono contemporaneamente un lavoro. Si tratta del
4 per cento in più rispetto ai diplomati nel 2001.
Prende piede dunque la figura dello “
studente lavoratore” che per esigenze di varia natura decide di studiare e lavorare insieme. L’attività lavorativa svolta in alcuni casi viene intrapresa già prima di iscriversi all’università, altre volte è iniziata nel corso della carriera universitaria. Ma come incide questo sul
modo di vivere l’università?
In primo luogo gli studenti lavoratori incontrano delle
difficoltà concrete nella costanza delle
frequenze alle lezioni universitarie. Secondo l’Istat quasi il
18 per cento degli studenti lavoratori intervistati ha dichiarato di aver frequentato “
mai o quasi mai” le lezioni del 2007.
Tra gli studenti che non lavorano, invece, i non frequentanti sono solo il 7 per cento, ed è la maggior parte di questi a seguire le lezioni tre o più giorni a settimana.
Inoltre l’attività lavorativa incide anche sul
rendimento accademico. Secondo l’indagine Istat, al momento dell’intervista gli studenti lavoratori avevano acquisito in media
98 crediti, corrispondenti a 15 esami del vecchio ordinamento. I loro colleghi non lavoratori ne avevano invece acquisiti in media
110, corrispondenti a circa tre esami in più del vecchio ordinamento.