Instagram fa male alla memoria: fotografare tutto ci fa dimenticare
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Instagram fa male alla memoria: fotografiamo tutto, ma non ricordiamo nulla

da | Dic 2013 | News | 0 commenti

Dagli USA arrivano cattive notizie per chi fotografa qualunque cosa con il proprio smartphone e poi corre a postare l’immagine su Instagram. Secondo uno studio condotto da Linda A. Henkel della Fairfield University e rilanciato dalla rivista Atlantic Cities, scattare troppe foto di ciò che si vede fa male alla memoria, quasi come se l’aver catturato un’immagine di oggetti, luoghi o persone ‘autorizzasse’ il nostro cervello a dimenticare.

Instagram e gli smartphone, da questo punto di vista, rappresenterebbero una minaccia per le nostre facoltà mnemoniche, poiché la loro popolarità ha fatto aumentare vertiginosamente il numero di foto che mediamente ciascuno di noi scatta. I nuovi telefonini, infatti, hanno tutti una fotocamera integrata e la possibilità di accedere a Internet per condividere in tempo reale le proprie immagini sui social network. Così – un po’ per vanità un po’ per sano desiderio di rendere gli amici partecipi – si finisce per scattare decine di foto, ma non è detto che poi nella memoria dell’autore delle immagini rimanga un nitido ricordo di ciò che è stato immortalato.

Il potenziale dannoso di Instagram e smartphone per la memoria è emerso da una serie di test effettuati da Linda Henkel su diversi gruppi di universitari, i quali sono stati invitati a visitare il Bellarmine Museum of Art. A ciascuno è stata data anche una fotocamera digitale, con l’invito a fotografare alcuni pezzi delle collezioni del museo. Il giorno seguente alla visita, agli studenti è stato somministrato un questionario nel quale si richiedeva di descrivere alcuni dei pezzi esposti. Confrontando le risposte fornite con le fotografie scattate, è emerso che chi aveva fatto più foto aveva anche un ricordo meno chiaro e dettagliato degli oggetti.

“Nonostante il tempo impiegato a trovare l’angolatura giusta, a mettere a fuoco e catturare l’oggetto,” spiega la Henkel “l’atto del fotografare sembra creare un processo in base al quale le persone si sentono giustificate a dimenticare ciò che hanno visto”. L’ipotesi è che il cervello demandi il ricordo a un altro mezzo, la memoria della fotocamera o l’archivio di Instagram, sentendosi così ‘autorizzato’ a non immagazzinare tutte le informazioni.

Pensando al numero di foto che si scattano ogni giorno da quando siamo entrati nell’era degli smartphone e dei social network, la cosa assume dei contorni preoccupanti. Il rischio è che la memoria di miliardi di persone sia sempre più indebolita. Secondo alcune stime, infatti, i possessori di smartphone sono 1,4 miliardi e gli utenti che attualmente usano Instagram – la più popolare app di fotografia – su base mensile sono 150 milioni, ma il dato è in costante crescita. Nonostante siano da evitare gli allarmismi, occorre comunque riflettere sui danni che potrebbero derivare per la memoria individuale e collettiva dal fotografare eccessivamente e ogni tanto, magari, fermarsi di più ad osservare senza scattare alcuna istantanea.

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