gelmini punti intoccabili ddl università
Il
ddl di riforma dell’università si può modificare, ma solo per quanto riguarda i dettagli sulla semplificazione dei concorsi e delle procedure. Per tutto il resto la riforma va presa così com’è, o meglio ha dei
punti intoccabili.
A dichiararlo in un’intervista al
Sole24Ore è il ministro dell’Università e della Ricerca,
Mariastella Gelmini. “Ci sono aspetti della riforma che considero intoccabili” dice.
Questi
elementi, spiega il ministro Gelmini, sono in primo luogo: il tetto di due mandati per i rettori, la separazione tra senato accademico e consiglio d’amministrazione, l’obbligo per i docenti di garantire la didattica, la maggiore trasparenza nella stesura dei bilanci con la possibilità di commissariare gli atenei in difficoltà finanziarie.
Nessun riferimento, quindi, alla consistente mole di
emendamenti al ddl presentati in Senato –
800 in tutto – molti dei quali fanno riferimento esplicito a questioni come il diritto allo studio, il futuro della ricerca pubblica, i finanziamenti necessari a integrare i tagli che ci sono stati.
“L’importante – ha voluto sottolineare il ministro a proposito dell’iter parlamentare in corso sul ddl – è che il parlamento si riveli più riformista del governo” senza voler tutelare
interessi di parte, e ha aggiunto: “se si vogliono tutelare solo i baroni invece, la riforma è meglio non votarla proprio”.
Intanto, in commissione al Senato si comincerà a votare sugli 800 emendamenti presentati a partire da
martedì 13 aprile. Certo è che il numero delle modifiche proposte è davvero consistente, e questo fa supporre che il dibattito attorno alla riforma universitaria sarà ancora lungo e spinoso.