Dopo la chiusura delle Ssis, operata dal Ministero dell’Istruzione in seguito al blocco di accesso a graduatorie che alimentavano “false speranze” di lavoro e precariato, è stato autorizzato l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento degli aspiranti insegnanti che si sono abilitati all’estero.
L’equiparazione legale dell’abilitazione per l’insegnamento conseguita “troppo facilmente” in alcuni Paesi europei come la Spagna, ha però condotto l’Anfis, Associazione Nazionale dei Formatori Insegnanti Supervisori, a denunciare un paradosso che rischia di generare disparità di trattamento tra abilitati esteri e italiani.
I requisiti per ottenere l’abilitazione all’insegnamento in Spagna sono infatti estremamente differenti da quelli nostrani e difficilmente raffrontabili non solo ai corsi biennali delle (ex) Ssis italiane, ma anche a quelli proposti dai nuovi disegni di legge.
In Spagna infatti, il Certificado de aptitud pedagogica può essere conseguito in soli tre mesi, senza esami di ammissione ai corsi né prove finali; tale diploma può essere riconosciuto in tutti gli Stati dell’Unione Europea per l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie.
Il risultato è che in Italia, a Roma e a Milano, sono già sorte delle agenzie che offrono assistenza burocratica agli italiani che volessero conseguire questo certificato parzialmente online.
Denunciando l’incongruenza di una situazione che rischierebbe di sfavorire gli aspiranti insegnanti che si sono formati in Italia, l’Anfis si è dunque impegnata a intervenire attivamente sulle bozze dei decreti ministeriali in preparazione.
Quello che è scritto qui è pienamente condivisibile. Tuttavia, gli accordi fra Italia e Spagna prevedono che ci sia un riconoscimento integrale dei titoli in maniera reciproca. Così come la Spagna riconosce i titoli italiani, allo stesso modo l’Italia deve riconoscere i titoli rilasciati dalla Spagna. Se poi l’abilitazione all’insegnamento in Italia è stata resa impossibile (se c’erano pochi posti, perché tenere aperte le SISS tutti gli anni???), la gente è costretta ad andarsene all’estero, e quando uno se ne va fuori ovviamente non va’ certo a scegliere una nazione nella quale ti vengono richiesti 200 titoli, esami d’ammissione ed esami finali..più la non indifferente spesa di 2400 euro circa, tanto per scoraggiare ulteriormente la gente che vuole abilitarsi. Spero di essere stato chiaro: è un accordo tra Italia e Spagna, e l’Italia deve obbligatoriamente riconoscere i titoli spagnoli. Non si può certo scatenare un caso internazionale ora solo per l’abilitazione all’insegnamento!
Buongiorno Fausto,
vorrei chiederti se hai degli aggiornamenti sul “CAP”, dal momento che ho sentito direttamente da alcune università spagnole che, già da settembre, ci saranno dei forti cambiamenti (forse al post del CAP comparirà una sorta di “master” della durata di un anno..)
Grazie in anticipo,.
Giuluia
Vorrei solo sottolineare che il certificado de aptitud pedagogica (titolo equivalente a 250 ore) conseguito in Spagna con un corso di 3 mesi e ESAME FINALE (previa presentazione di una relazione sulle 20 ore di pratica obbligatoria di insegnamento in una scuola spagnola) è solo una base per partecipare al concorso pubblico per l’insegnamento nelle scuole. Non è perciò paragonabile all’odierna Ssis.
Solo con tale certificato NON si può accedere all’insegnamento nelle scuole pubbliche spagnole.
Scusate, ma qualcuno sa dirmi se questa famosa CAP spagnola abilita all’insegnamento nelle scuole pubbliche ITALIANE o no?? Cioè, a parte le OPINIONI sul fatto che sia giusto o no, ma i FATTI al momento quali sono??
Grazie a tutti
Niente è paragonabile all’ex-Ssis..due annie dico DUE anni di perdita di tempo a studiare cose che abbiamo già ampiamente studiato e ad essere giudicati da professori che ci hanno già valutato..e dai..un pò di coerenza…
un corso abilitante di tre mesi anche in Italia per favore, invece di andare a dare soldi alle università estere…
Ormai il CAP di 3 mesi sparisce — dal prossimo anno dovrebbe diventare un Master di due anni … era da anni che lo dicevano, ma pare che questa volta fanno sul serio.
Per chi ha fatto il CAP quest’ultimo anno e sta cercando di convalidarlo in Italia, preparatevi, perché quasi sicuramente vi chiederanno di fare un’integrazione. Sulla base di cosa non si sa …
Spesso di parla di cose senza conoscerle o conoscendole solo attraverso parziali punti di vista. La questione dell’equiparazione dei titoli abilitanti in Europa è una questione a cui porre attenzione, come anche alla serietà della formazione nella professione docente (che, se è vero che ha bisogno di essere rivista nelle modalità, non può neanche essere liquidata con il pressapochismo che spesso contraddistingue molti operato in questo Paese. Per chi avesse voglia di approfondire l’argomento, segnalo l’articolo pubblicato su Orizzonte Scuola del 4 maggio 2009, a firma della sottoscritta.
Spesso di parla di cose senza conoscerle o conoscendole solo attraverso parziali punti di vista. La questione dell’equiparazione dei titoli abilitanti in Europa è una questione a cui porre molta attenzione, come anche alla serietà della formazione nella professione docente (che, se è vero che ha bisogno di essere rivista nelle modalità, non può neanche essere liquidata con il pressapochismo che spesso contraddistingue molto operato nel nostro Paese). Per chi avesse voglia di approfondire l’argomento, segnalo l’articolo pubblicato su Orizzonte Scuola del 4 maggio 2009, a firma della sottoscritta.
Ho sentito parlare di questa abilitazione da prendere in Spagna m vorrei sapere se per prenderla si deve essere scritti all’università o basta avere come requisito i 365 giorni di servizio effettuato presso le scuole.
Chi sa a chi devo telefonare o mandare Emale per contattare l’università spagnola grazie.
Gentile Maria Cristina Fortunati, lei scrive ad altri di “parlare senza conoscenza” faccia la cortesia si risparmi frasi di questo tipo, perché è lei che non ha idea di quello che scrive!
Lei prede d’esempio il titolo di abilitazione spagnolo, ma ha analizzato i titoli dei restanti 26 Paesi ? Lei saprà certamente inoltre del DPR 394/99 che estende la possibilità di riconoscimento anche a persone con abilitazioni conseguite in paesi extracomunitari, mi vuole dire che lei sa esprime giudizi sui sistemi di insegnamento di tutti i restanti Paesi del mondo oltre che di quelli europei e di quello spagnolo?!
Mi faccia il piacere e risparmi il WEB del suo “parlare senza conoscenza”!
Da un punto di vista legale/procedurale la informo che l’iter sul riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero è estremamente complesso e richiede studio e sacrifici per essere portato a termine con successo ed é duro almeno se non di più che conseguire l’abilitazione in Italia.
Ora gentilissima le porto un esempio da me conosciuto alla perfezione dato che mi riguarda da vicino. Conseguito in paese extracomunitario il mio diploma di studi universitari superiori, ovvero un titolo conseguito dopo ben 5 anni di studi ovvero 7800 ore di studio di cui al contrario di quello che si fa nelle università italiane ben 5600 ore sono di lezione in aula con obbligo di frequenza dell’80% e ben 73 esami di profitto. Sostenute 512 ore di tirocinio obbligatorio e successivamente a quest’ultimo e la tesi di laurea, per avere il titolo un gradito esame di Stato in tutte le discipline di abilitazione conseguendo finalmente il titolo più che meritato di “professore”, per quanto ne possa pensare lei!
Detto questo che già sarebbe più che sufficiente per dirle che quanto sopra basta e avanza per poter essere considerato pienamente docente anche in Italia, che lei lo gradisca oppure no, la informo che per essere riconosciuto docente nel nostro bel paese, ho dovuto conseguire una seconda laurea specialistica, un bel ciclo completo di studi di 2 anni e 120 CFU come li chiamate qui e 20 esami più la tesi, presso la più prestigiosa università italiana a dire dalle stampa internazionale (che nulla ha in più della mia università extracomunitaria da lei tanto sminuita), di cui 17 esami fatti nei primi 6 mesi dall’iscrizione e frequentando a tempo piano tutti gli insegnamenti in questione. GRAZIE al ministero per avermi fatto perdere tempo a rifare esami di materie già sostenute ove ero più competenze di molti dei colleghi docenti italiani!!!
Vogliamo parlare poi del certificato di competenza della lingua italiana ?! Carissima io ho un CELI 5 ovvero un C2! Ovvero un certificato che dimostra la mia competenza linguistica al pari di un parlante nativo, qui i vostri laureati in lingue hanno difficoltà ad ottenere un B2 e parlano e scrivono le lingue straniere come i bambini delle elementari!!!
Detto questo il mio CV è stato valutato da un “conferenza di servizi” che lei saprà certamente cosa è trattandosi di un procedimento amministrativo del suo paese, ed è stato ritenuto idoneo all’esercizio della professione in Italia.
Quindi mi faccia il piacere prima di considerare di serie B un docente che ha studiato all’estero ci pensi due volte, perché il suo generalizzare non solo è pressapochista, ma è anche offensivo.
Saluti.
Anch’io ho frequentato il Cap in Spagna. Saranno pur 3 mesi ma molto più difficili dei 2 anni della SSis italiana (prove, esami, tirocinio TUTTO in SPAGNOLA). Oggi dopo più di tre mesi mi dicono che probabilmente il mio anno di duro lavoro e sacrifici non verrà riconosciuto. Ma vi rendete conto cosa vuol dire aver buttato un anno? Secondo me chi da questi giudizi non ha la minima idea di cosa significa superare prove, seguire lezioni ed insegnare ad alunni di etnia gitana in lingua Spagnola…vorrei tanto farlo provare a loro…la SSis era una passeggiata a confronto…bah, questa Italia mi stupisce sempre di più.
Ciao Elena, volevo chiederti una cosa: ti sei mossa da sola per conseguire il CAP o ti sei affidata a società che ne gestiscono la parte burocratica? io vorrei fare tutto da sola per risparmiare un pò, credo che però pagare loro mi garantisca un percorso più semplice…puoi aiutarmi?grazie!
Anch’io vorrei sapere come ottenere questo CAP e avere delle certezze al riguardo.
Grazie
ultimamente mi sto informando anch’io per ottenere l’abilitaz all’estero (spagna).
Il CAP non esiste più, al suo posto c’è il MASTER HABILITANTE DE FORMACION PARA PROFESOR DE EDUCACION SECUNDARIA Y BACHILLERATO della durata di 1 anno con frequenza è obbligatoria e costi variabili a seconda dell’università.
Se prima con tre mesi di cui una parte on line ottenevi l’abilitaz adesso ce la possiamo scordare. Dunque, l’opposizione dell’Anfis non ha più ragine di esistere, dato che le cose si sono complicate.
Anch’io sto provando a fare tutto da sola per risparmiare.
Il primo passo da fare è chiedere l’equiparazione del titolo di studi in possesso presso l’ambasciata spagnola. poi bisogna trovare le uni che hanno tra i loro corsi questo master e informarsi per l’iscrizione. in caso affermativo, dopo aver frequentato l’anno di master, si torna in italia e si fa il procedim inverso, ovvero l’equiparazione del master in italia.
gli indirizzi si trovano facilmente sul web.
Io sarei disposta ad andare in Spagna un anno pur di abilitarmi, ma non riesco a trovare un master che mi abiliti per la classe A050! Chi può aiutarmi?
Salve a tutti volevo informazioni sull’abilitazione spagnola se ancora valide e se esiste per le classi di concorso A029 e A030 di educazione fisica grazie!!!!
Ciao a tutti, anch’io ho cercato informazioni per poter conseguire l’abililtazione in Spagna per insegnare lo spagnolo in Italia. La cosa degradante è che bisogna cercare questi escamotages per poter insegnare in Italia. Vi ricordo che il master in Spagna costa un po’ di soldini e poi bisogna pur mantenersi per un anno e poi magari in Italia non viene riconosciuto lasciando tutti a bocca asciutta: ne vale la pena?
Ciao a tutti! Anche io sono interessato al nuovo master. Non credo che sia da criticare chi decide di andare all’estero ad abilitarsi all’insegnamento visto che le scuole di questo genere in Italia non ci sono; poi la Spagna ha dei bravi docenti e non regala certamente i titoli di studio! penso che un anno fatto seriamente valga più di anni passati a ripetere le medesime materie! Tre mesi in effetti forse erano un po’ pochini, ma non conoscendo l’intesità e la pesantezza delle prove da superare tengo per me ogni ulteriore gudizio.
A ogni modo propongo a tutti quelli interessati di formare una specie di consorzio perché il tempo per iscriversi non è poimolto e affidarsi a queste agenzie è sicuramente più costoso, anche se credo che velocizzi molto le pratiche… anche questo è da tenere in considerazione!
salve,
io mi sto informando e ho già contattato una agenzia per le pratiche burocratiche, mi manderanno le info via mail, ma più o meno saranno 3000 euro. Da sola non avrei idea di come fare.!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ma si ha la certezza della convalida del titolo??? e poi qualcuno l’ha già fatto???? e lavora in Italia??
cara elena, io come te ho un CAP. ma chi ti ha detto che non verra’ riconosciuto???
io ho fatto partire la procedura e incrocio le dita.
per fortuna so bene lo spagnolo, ma non e’ stato per niente facile…ogni giorno una prova, un esamino…e il tirocinio poi!
non posso pensare che sia stato inutile…
per il prox anno ci sara’ un master di 2 anni non particolarmente difficile ma con prova di lingua e test di ingresso.una mia amica ci va…ma frequenza obbligatoria. tremendo.
anche in spagna….e’ sempre peggio man mano che passano gli anni!!come qua!!!
baci
ciao
forse 1 domanda fatta e rifatta..ma non conoscendo lo spagnolo è possibile iniziare tutto questo procedimento???
..Ciao a tutti, anche io faccio parte di quella schiera di “aspiranti insegnanti disoccupati”. Ho fatto anche la specialistica presso l’accadeemia di belle arti, adesso speravo che anche quest’anno partisse il cobaslid, ma ho letto che dall’anno scorso le persone che frequentano non possono più entrare nelle graduatorie ad esaurimento.
Cosa si deve fare per insegnare? Mi sa che non c’è piu speranza…..se non quella di fare qualche sporadica supplenza.
Ho letto di questa abilitazione (CAP) da prendere in spagna, ma mi pare d’aver capito che anche questa volta sono arrivata tardi …
Sicche dal 2009/2010 durerà un anno anche lì?
Queste cose sono così deprimenti che se esistesse un modo per ottenere i titoli pagando e basta ci farei veramente un pensiero!
Ciao a tutti…anch’io sono una delle insegnanti di terza fascia attualmente disoccupata…ho fatto già la traduzione dei titoli per la spagna. Attendo l’omologazione. L’unico problema che mi son posta è:quale università scegliere per ottenere tale certificato (CAP.. che ora è diventato master)? Qualcuno di voi potrebbe suggerirmi la migliore in termini di costi (visto che cambiano da regione a regione), aspetto burocratico e durata?
Grazie
Salve, io ho deciso di appoggiarmi ad un’agenzia. Spero che il titolo venga convalidado anche perchè per il momento non c’è qualche legge che dica il contrario.
Per tutti quelli che pensano che in confronto alle ssis sia una passeggiata: uno che decide di lasciare il proprio paese per 8 mesi, spendere 10.000 euro tra agenzia, università, vitto e alloggio, biglietti aerei e chi più ne ha più ne metta, vuol dire che si ama il proprio lavoro e si è disposti a fare la qualsiasi cosa, fare anche qualche lavoretto là per mantenersi…Basterebbe già immaginare questi sacrifici per non cadere in ulteriori commenti sgradevoli!!!
Buona fortuna a tutti che come me hanno deciso di mettersi in gioco!!!!
vi chiedo gentilmente se in Spagna è possibile ottenere l’abilitazione per insegnamento lettere scuola secondaria (043-051).
Sì!!!
Ci si può abilitare a tutte o quasi le classi di concorso..Basta contattare l’agenzia e sentire…Comunque per lettere è cosa certa!!!
Ehi dove sta il problema se la Spagna lo permette? La ssis faceva la selezione con i soldi dell’iscrizione (parecchi) con il lungo periodo di frequenza obbligatoria (2 anni) e con la prova di ammissione e quella finale. Anche se la Spagna da questa possibilità credete che TUTTI ora andranno in Spagna?!? Io ci credo poco. Andare là per poco piu’ di 3 mesi vuol dire mollare ogni lavoro qui in Italia e non tutti se lo possono permettere. Lavorare per un periodo in Spagna? mah significa intanto sapere la lingua e comuqnue dovete prima trovarlo.
E poi credo che se una persona decida addirittura di andare all’estero PUR DI LAVORARE. Deve essere premiato. Non tutti hanno il coraggio di farlo.
Ciao a tutti…
io sono laureata in una triennale…e vorrei sostituire la ns specialistica con il cap spagnolo…visto che dopo due anni di specialistica nessuno mi sa dire se potrò insegnare….
qlcn sa consigliarmi???
A DOCENTE CON TITOLO ESTERO che non si firma. Mi dispiace aver letto soltanto oggi la sua lunga, sgarbatissima, risposta e-mail a cui rispondo brevemente solo perché quanto riportato dall’anonimo interlocutore contiene un imbarazzante abbaglio di partenza: il mio intervento, anche quello riportato nell’articolo citato, riguarda solo il caso della Spagna, la cui modalità di rilascio delle abilitazioni all’insegnamento non è equiparabile né a quella italiana né a quella di altri Paesi Europei. La differenza dei percorsi, e delle modalità di accesso agli stessi, tra quanto si attua in Spagna e quanto si attua in Italia è tale che laureati che non hanno superato il concorso di accesso alle SSIS in Italia (ma hanno poi svolto i tre mesi in Spagna) sono oggi in graduatoria con chi ha svolto due anni di scuola di specializzazione in Italia. Non so lei chi sia e quali problemi abbia, se si è espresso in quel modo e con tante dichiarazioni di pura presupposizione, m non so se si è accorto di cosa parlavo e in che termini stiamo affrontando – con i colleghi dell’ANFIS – i tanti nodi del problema della formazione iniziale, a totale tutela di chi non può permettersi questo viaggio della “speranza”, perarltro molto discutibile, e nella ricerca di garanzie di serie e verificabili equiparazioni Non mi pare che in nessun punto dei miei interventi si sia arrecata offesa ad alcuno.
Legga con più attenzione prima di sortire con risposte di quello sgradevolissimo e inopportuno genere, tanto più imbarazzanti se è vero che dietro una tale reazione vi è la formazione e la preparazione che lei dichiara di avere al suo attivo. E’ così esagerato e sproporzionato, così fortemente fuori asse, rispetto al mio intervento, quello che lei scrive, perarltro in totale anonimato, da aver sollevato un più che lecito sospetto: ovvero che dietro a DocenteConTitoloEstero si celi una qualche scuola di quelle che veicolano le abilitazioni in Spagna. Se non è così, mi auguro che a distanza di tempo si sia accorto dell’abbaglio che ha preso.
Cordialmente.
Gentile Maria Cristina Fortunati, dove Lei possa affermare di parlare solo per la questione Spagna non so proprio, riporto in coda al presente il testo integrale del suo discorso sul tema, lei in tale discorso parla genericamente di abilitazioni estere e poi specifica un caso particolare, ovvero la Spagna. Ma se anche avessi perso momentaneamente la capacità di comprensione e fossi in errore, o lei non avesse ben specificatp, è bene sapere che anche l’abilitazione della Spagna, per legge dell’Unione Europea è insindacabile. Non sarà forse che è in Italia che tutto si muove solo con corporazioni, raccomandazioni, ostacoli infiniti solo per i comuni mortali?! Quindi il Ministero non può fare proprio nulla, così come non può fare nulla il parlamento italiano. Del resto nessuno vieta a Lei di andare ad insegnare all’estero. Inoltre se Lei si leggesse il rapporto statistico sulle G.E. pubblicato dal Ministero scoprirebbe che tutti questi docenti abilitati stranieri che vogliono i posti italiani non ci sono, si parla dello 0,3% del totale delle G.E. e mi creda che si tratta nella quasi totalità dei casi di docenti stranieri veri, no di italiani che hanno cercato alternative. Ma diciamo per giustizia anche di questi ultimi che se un cittadino italiano conquista la padronanza linguistica necessaria ad omologare la sua laurea in Spagna e a prendere il CAP spagnolo, tanto di cappello e auguri al neo professore!!
Le spiego subito che problemi ho, non solo in relazione al suo testo, sul quale le ho già fatto ulteriori commenti e che la invito a rileggere pensando a chi come me ha studiato lunghi anni della sua vita all’estero, ma anche con tanti miei concittadini che credono in una qualche “superiorità” delle nostre istituzioni di studio, siano esse scolastiche o universitarie. Sono discorsi che ritrovo tutti i giorni, nelle università, nel lavoro, tra la gente comune, nelle istituzioni italiane, è ora che la si finisca con questa mentalità retrograda e razzista. Chi studia all’estero è preparato almeno quanto chi studia in Italia, spesso di più, ed i titoli esteri sono almeno uguali a quelli italiani. Il R.D. che non gli concede valore è di oltre 100 anni or sono, sarebbe ora che lo buttassero nel secchio! Ma questo è il paese delle corporazione e degli amici, sarebbe troppa democrazia e modernità un atto simile… non ci spero neanche!
Se lei pensa che il Ministero gradisca il riconoscimento dei titoli stranieri, si sbaglia di molto. Il Ministero pone molti ostacoli al riconoscimento dei titoli esteri, ostacoli che ho portato davanti alla Commissione UE e al Parlamento UE, ostacoli illegittimi che hanno portato all’ apertura di un procedimento di infrazione verso il nostro Paese ovvero verso il Ministero che tanto ha creato per difendere la “corporazione dei docenti abilitati in Italia”.
Le faccio l’elenco degli ostacoli posti dal Ministero che gravano solo sui docenti stranieri “veri” non sugli italiani oriundi così si renderà conto del perchè contrasto scritti come il suo e chi afferma che noi docenti con studi esteri “siamo un qualche tipo di pericolo”:
A) i documenti richiesti per il riconoscimento sono infiniti e le procedure per la loro legalizzazione / traduzione sono molto costose e di durata snervante, ho impiegato oltre un anno per terminarli.
B) i consolati italiani all’estero fanno di tutto per rallentare se non bloccare il punto A, ho atteso ulteriori 8 mesi per avere qualche timbro.
C) il Ministero chiede indiscriminatamente a tutti il CELI 5 DOC e questo è lesivo del diritto UE, la capacità linguistica deve essere proporzionale a cosa si insegna e non di livello di “interprete e traduttore” per chiunque.
D) Per potersi inserire nelle G.E. il Ministero pone il requisito della cittadinanza italiana, cosa assurda e impugnabile in tribunale civile, perchè la cittadinanza può essere richiesta solo per incarichi molto particolari come ad esempio “gli ufficiali di Governo”, non certo per fare i professori.
Come vede, quello che a lei sembra una grave mancanza del Ministero nella “a suo dire facile” procedura di riconoscimento professionale ed inserimento nelle G.E. dei docenti abilitati esteri, non è altro che un tentativo mal riuscito del Ministero di frenare gli italiani che cercano scorciatoie, ma non ha frenato loro ed in compenso ha massacrato me e tanti altri nostri colleghi con procedure burocratiche inutili, lunghissime, costose, nonchè lesive del diritto Comunitario sulla libera circolazione delle persone e delle professioni.
Sulla sua insinuazione che io sia in realtà una agenzia, si sbaglia di molto e sono pronto ad incontrarla quando vuole per convincerla che la battaglia che vuole portare è “ingiusta” e che danneggia solo le persone oneste.
Cordialmente.
Un docente abilitato all’estero.
*****************************
04 maggio 2009 – A.N.F.I.S. Associazione Nazionale Formatori Insegnanti Supervisori
Argomento a cui prestare urgente attenzione, per la forte correlazione con tutto il contesto in cui si dibattono le istanze circa la revisione dei sistemi relativi alla formazione iniziale all’insegnamento, cui anche l’ANFIS (Associazione Nazionale Formatori Insegnanti Supervisori) – insieme ad altri soggetti – sta contribuendo, è certamente quello introdotto dalla possibilità di inserire nelle graduatorie ad esaurimento docenti abilitati in uno degli Stati membri dell’Unione Europea nonostante la disparità di equiparazione dei titoli abilitanti, che favorisce in modo sproporzionato le abilitazioni conseguite all’estero rispetto a quelle italiane.
Nell’art. 4 della Bozza di apertura delle GE, del 17 marzo 2009 ( Inserimento a pieno titolo e con riserva nella III fascia delle graduatorie ad esaurimento, esclusa quella di strumento musicale ), si afferma che la collocazione in graduatoria riguarda i docenti che frequentano i corsi del IX ciclo presso le scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario (SSIS) o i corsi biennali abilitanti di secondo livello ad indirizzo didattico (COBASLID), attivati nell’anno accademico 2007/2008 (art.5 bis, comma 1, legge 169/0Cool), i docenti che frequentano il primo corso biennale di II livello presso i Conservatori di musica e gli Istituti musicali pareggiati, finalizzato alla formazione dei docenti di educazione musicale delle classi di concorso 31/A e 32/A (art.5 bis, comma 2, legge 169/0Cool), ma anche « i docenti in possesso di idoneità o abilitazione all’insegnamento rilasciato da uno degli Stati dell’Unione Europea, che ottengono con provvedimento direttoriale il riconoscimento, ai sensi delle direttive comunitarie 2005/36/CE e 2006/100/CE, recepite con decreto legislativo 9 Novembre 2007, n. 206, dopo aver conseguito l’attestato della conoscenza della lingua italiana denominato “CELI 5 Doc” rilasciato dalla Università per Stranieri di Perugia. Per tali docenti il predetto riconoscimento direttoriale deve essere ottenuto obbligatoriamente dal 1 luglio 2007 al 30 giugno 2009 » .
In una riunione informativa, tenutasi il 20 febbraio 2009 presso il MPI sulle graduatorie ad esaurimento (ex GP) e sulle graduatorie di Istituto, l’equiparazione dei titoli abilitanti conseguiti all’estero ai titoli italiani era già stata indicata .
Nulla da eccepire se la decisione del Ministero di inserire nelle graduatorie ad esaurimento i soggetti che si sono abilitati all’estero non rendesse evidente, senza necessità di dimostrazioni, la condizione di grande disparità di trattamento degli insegnanti abilitati in Italia rispetto agli abilitati all’estero e se, di conseguenza, non riproponesse in modo ancora più serio non solo la riflessione sulla questione della formazione iniziale nel nostro Paese e sulle ragioni che hanno portato l’attuale governo alla chiusura delle SSIS ( decreto legge 112 del 2008) , quanto quella della equità dei percorsi per la formazione iniziale all’insegnamento nei Paesi dell’Unione Europea.
Uno dei nodi della questione è costituito dal fatto che i requisiti per l’ottenimento dei titoli abilitanti poggia, in alcuni Paesi esteri, su standard molto bassi (non è il caso delle virtuose Gran Bretagna, Francia, Olanda, Germania ad esempio); pertanto, durata, modalità, procedure e protocolli di questi corsi abilitanti sono difficilmente comparabili non solo ai percorsi biennali delle (ex) SSIS italiane, ma anche da quelli prospettati nelle proposte di riforma oggi in discussione. Il caso più emblematico, da questo punto di vista, è quello della Spagna dove l’abilitazione può essere conseguita in soli tre mesi e senza esami per accedere ai corsi.
In questo Paese un laureato può ottenere il certificado de aptitud pedagogica , titolo di abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie spagnole, frequentando un corso universitario a numero aperto della durata di tre mesi. Il corso si articola in due parti: una prima parte, di natura teorica, della durata di 45 giorni, una seconda parte, di natura pratica, della durata di 30 giorni. Alcune università spagnole prevedono la possibilità di partecipare alla fase teorica mediante classi on line . Vi è di più: il corso non prevede il superamento di alcun esame o prova finale e consente al laureato di ottenere, in un periodo molto breve, un titolo di abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie che può essere riconosciuto in tutti i paesi dell’Unione Europea. Una procedura che segue del resto quanto già avviato per il conseguimento dei titoli professionali come quello di avvocato o di dottore commercialista.
In Italia, a Roma e a Milano, sono sorte Agenzie che provvedono all’assistenza di tutto l’iter burocratico e alla fornitura dei materiali didattici, a costi – possiamo immaginare – tutt’altro che contenuti.
In un articolo apparso su Italia Oggi il 17 marzo 2009, riguardante il favore goduto dalle abilitazioni estere nella bozza di riapertura delle GE, Carlo Forte ha posto in evidenza il fatto che « […] L’impossibilità di conseguire l’abilitazione in Italia […] sta inducendo molti giovani laureati ad emigrare all’estero »: per loro si tratta di in una sorta di viaggio della speranza, mentre per le Agenzie di assistenza costituisce un ricco businnes che specula su una situazione “di confine” sul piano della legittimità.
Colpisce che nel recepire le direttive della Comunità Europea sopra citate, al fine di aprire la possibilità di inserimento anche per gli abitati all’estero, il legislatore non abbia preso in considerazione l’esistenza di disparità tanto ampie riguardo l’ottenimento dei titoli professionali all’interno degli Stati membri e che, di conseguenza, non si sia fatto carico di stabilire criteri -diciamo pure di sbarramento – per quanti abbiano conseguito titoli in Paesi che adottano sistemi formativi così difformi, com’è nel caso della Spagna. Oppure, non si sia pensato di subordinare l’ammissione alle graduatorie – e la validità dei titoli conseguiti all’estero – ad una sorta di percorso integrativo da svolgersi nel Paese accogliente, in modo da colmare questa disparità. Altrimenti, quanto le indicazioni comunitarie configuravano come un atto di pari opportunità per i cittadini europei, legittimati a prestare la propria opera professionale sull’intero territorio degli Stati membri, si trasforma in una sorta di illecito, a danno – in particolare – dei cittadini italiani che non possono (e perché, comunque, dovrebbero?) permettersi quello che è stato definito dalla stampa il viaggio della speranza . Ciò significa, inoltre, che docenti stranieri potranno inserirsi agevolmente nelle graduatorie italiane superando gli stessi cittadini italiani, come ad esempio coloro che, con la chiusura delle SSIS, si sono visti precludere l’accesso ai corsi (che dire dei 12.893 iscritti al X ciclo delle scuole non più attivato dal Ministero?).
Credo che su questi punti occorra formulare richiesta di attenta revisione dell’art. 4 della Bozza di apertura delle GE , con particolare riguardo ai requisiti che garantiscono un reale grado di equiparazione delle abilitazioni estere.
Nel clima di grande incertezza rispetto al futuro professionale dei docenti precari, abilitati e non, nella situazione di difficoltà in cui si dibatte l’accoglimento delle istanze presentate al governo dall’ANFIS, dal CoNSVT e da CODISSIS, che chiedono di considerare come parte attiva nella revisione dei percorsi di formazione all’insegnamento la preziosa esperienza dei docenti Supervisori maturata all’interno delle SSIS in questi dieci anni, e nel clima di parziale informazione nei confronti dell’opinione pubblica (se non in qualche caso di discredito) con cui le SSIS sono state liquidate, è scontato che molti laureati in grado di fronteggiare il costo, “investano” in una possibilità che si configura come una vera e propria sanatoria. Tale sanatoria sarà discriminante per chi si è formato, o ha tentato di formarsi, in Italia, e fortemente svilente il valore formativo della professione docente. Lo sarà in particolare per il contesto sociale e politico in cui tale professione è collocata: essa soffre infatti gli effetti della scarsa considerazione pubblica, a causa di una forte eterogeneità di credenze sul come si possa diventare ed essere insegnanti.
Se è vero che alla classe insegnante è attribuito il ruolo e la responsabilità della formazione di base del cittadino, è sin dalla formazione stessa dell’insegnante che occorre lavorare. Il sistema sopradescritto cristallizza proprio tra i futuri insegnanti il senso di inutilità e di pura formalità di una qualsivoglia formazione, senso già diffuso – tra i più – anche a causa di una non sempre efficace e convincente interazione tra Scuola e Università.
Nella istanze che le rappresentanze dei Supervisori SSIS stanno presentando per intervenire sulle bozze dei decreti con i quali il Governo intende riformare tali scuole, dovrebbe emergere con forza la richiesta di ripensare il futuro delle strutture che si occuperanno di formazione docenti (in ingresso e in itinere) come centri di ricerca autonomi – benché interagenti – con l’Università e con la Scuola, in grado anche di incidere attraverso proposte verificate nella pratica della ricerca, sulle proposte dei governi.
Il Ministro Gelmini ha definito la chiusura delle SSIS ”un atto di onestà intellettuale” giustificando tale scelta con l’avvenuto blocco di accesso a graduatorie che a suo dire generavano false speranze di lavoro e precariato. Al di là delle inevitabili perplessità che la decisione, ma ancor più il tipo di soluzione a questo problema, solleva, è – a maggior ragione – un atto di onestà intellettuale provvedere, da parte dello stesso Ministro, affinché non vengano permesse disparità di alcun tipo nell’accesso alle graduatorie di prossima apertura, ponendo attenzione alla qualità degli standard dei percorsi abilitanti nei singoli Paesi europei e, di conseguenza, alla loro corrispondenza con quelli vigenti in territorio italiano.
a cura di Maria Cristina Fortunati, Supervisore di tirocinio, SSIS LAZIO
Insomma..ora il CAP è diventato un master annuale con tanto di frequenza obbligatoria. Quello che a questo punto vorrei sapere e’ se tale abilitazione (che tra l’altro in Spagna serve solo per insegnare negli istitui privati o semi privati, perche’ per le scuole pubbliche c’è tanto di concorso)e’ riconosciuta o meno dallo stato italiano e se attualmente prevede l’inserimento nelle graduatorie di I fascia. Qualcuno sa darmi qualche notizia certa in tal senso? Tra l’altro, avendo fatto tutte le pratiche da sola (lasciate perdere le agenzie di consulenza..rubano!), ed avendo ottenuto l’ammissione, sono ancora qui a chiedermi se mi servira’ a qualcosa. E tutto ciò, perchè il nostro belpaese non ci permette di abilitarci? Vi sembra il caso di montare un caso su questa indecenza che ci connota? Siamo o non siamo in Europa?!
Ciao Alessia, il titolo spagnolo è abilitante, ma non ti potrai iscrivere nelle graduatorie in Italia perché sono da alcuni anni ad esaurimento, ovvero non permettono più inserimenti, in luglio passato c’è stata l’ultima speranza, ma con mille ristrettezza, hanno consentito l’accesso solo per sanare l’ultimo ciclo siss e quindi hanno dovuto permettere l’accesso anche gli abilitati UE dello stesso periodo temporale di quest’ultimo.
Potresti iscriverti tra 2 anni nelle graduatorie di istituto in 2 fascia (per gli abilitati) ma solo per fare supplenze, non per l’assunzione per intenderci. Potresti spenderla anche nelle scuole private.
Valuta bene se spendere tempo e denaro, per come sono le cose ora il mio consiglio è che non vale la pena perderci tempo.
Non pensavo proprio che mi contentissero di iscrivermi nelle graduatorie degli abilitati per l’assunzione, figurarsi! Il mio ragazzo, con SISS e sostegno è stato chiamato per un incarico annuale, neanche a dirlo al nord, e poi non saprà assolutamente che fine farà. Io mi chiedevo solo se l’abilitazione all’estero e’ riconosciuta dallo stato italiano integralmente o se poi saltano fuori veti, limitazioni ed eventuaali integrazioni di sorta da fare, chissà come e chissà dove. Ho pensato anche di rimandare e aspettare di capire come si mette la situazione in Italia, ma ho la sensazione che mi pentiro’ di questa scelta. In ogni caso, nel 2011, quando si riapriranno le graduatorie, se nulla sarà cambiato nel frattempo nella gestione nazionale delle abilitazioni, non ti pare che sarebbe il caso di possedere già un’abilitazione estera?
Grazie
Cara Alessia, le graduatorie non si apriranno più è proprio questo il punto.
L’abilitazione UE è per legge è identica ad una abilitazione ottenuta in Italia. Ovvero, non è possibile fare discriminazioni sui titoli per legge.
Nel 2011 quindi non potresti iscriverti da nessuna parte se non nella graduatorie di istituto di 2° fascia.
Chiaro che avere l’abilitazione un giorno potrebbe, forse, tornare utile, ma si parla di concorsi e non di graduatorie, ovvero con l’abilitazione potresti partecipare a futuri eventuali concorsi, ma è ancora tutto molto nebuloso…
ciao
Capisco. Non ero aggiornata/informata sulla chiusura definitiva delle graduatorie. In ogni caso, non so per le altre classi di concorso, ma per la mia (filosofia e storia), in Spagna avrei potuto ottenere l’abilitazione solo per filosofia in quanto la storia appartiene ad un’altra area e va insieme con geografia. Insomma, per queste ed altre incertezze, ho lasciato cadere per il momento la cosa. Mi chiedo se non mi convenga pensare direttamente ad altri mestieri!
ciao
ciao, ho effettuato le pratiche per iscrivermi al master sstitutivo el cap in Spagna. La specialità è filosofia anche se in Itlia la mia classe di concorso include anche storia. Qualcuno saprebbe dirmi sulla base di quali parametri si efettua il riconoscimento in Italia? Potrei conseguire l’abilitazione alla classe A37 in Italia facendo il master in filosofia in Spagna? e poi sapevo che, per i titoli conseguiti all’ester è previsto l’inserimento nelle GE. Ciao
Ciao Daniela, posso solo rispondere alla tua domanda relativa alla G.E., non è più possibile esservi inclusi.
Hanno fatto una deroga l’anno passato solo per sistemare il guai dell ultimo ciclo SISS che il Ministero ha attivato anche se la legge prevedeva definitivamente la chiusura delle G.E..
Conseguentemente avendo permesso l’iscrizione dell ultimo ciclo SISS hanno dovuto permettere l’iscrizione di chiuque fosse “neo abilitato” compresi i titoli UE, non avrebbero potuto fare differentemente, pena tanti ricorsi che sarebbero stati certamente vinti.
Le G.E. sono definitvamente chiuse.
Cara Daniela, e’ proprio questo il dilemma! Non si sa ancora con quali parametri venga effettuato questo riconoscimento. Il problema, a quanto pare, ce l’abbiamo solo noi filosofi e storici perche’ per lettere classiche, lingue, ecc. l’abilitazione vale integralmente. Se riesci a capire come risolvere il problema, fammelo sapere. Per quest’anno credo che sia tardi, molte universita’ hanno gia’ chiuso il limite per iscriversi, ma l’anno prossimo potremmo essere colleghe!
Salve sono u n diplomato Isef con più anni di esperienza d’insegnamento tre sul sostegno area AD04 psicomotoria sono in terza fascia.
La mia domanda è questa. Posso abilitarmi in ed.fisica 029 030 e posso anche abilitarmi sul sostegno naturalmente mi riferisco all’abilitazione fatta in Spagna.
Sono ancora in tempo?
Grazie
Salve, sono docente precario(o quasi),diplomato all’isef.
per tre anni ho insegnato sul sostegno AD04 area psicomotoria ma non sono abilitato. Ho letto le vostre tag a proposito dell’abilitazione in Spagna è sono interessato. sapete per caso se è possibile abilitarsi sul sostegno?
E’ possibile abilitarsi sulla classe 029, 030 (ed. fisica)?
potreste indicarmi come accedere a questi master?
Grazie per la cortese attenzione che mi dedicherete.
Ciao Daniela mi chiamo Salvatore potresti darmi delle indicazioni sul percorso che hai fatto per iscriverti al master di abilitazione in Spagna.
Grazie per le risposte, domande ne avrei tante considerando che ho già deciso di andare in Spagna ( meglio che perdere un anno in Italia!). Volevo ancora chiedervi se c’è l’indirizzo di lettere italiane in Spagna perchè il mio ragazzo si è iscritto al master in storia e geografia ma insegna lattere ( non abilit.). Per Alessia: credo che il master debba essere frequentato per due anni, un anno per filos e uno per la storia. ma questa è solo una mia supposizione, cmq noi filosofi non abbiamo molte speranze in Italia, in nessun campo così non credo di perdere un anno andando a fare il master. Se vuoi altre informazioni sulle modalità di iscrizione chiedimi pure, io ho fatto tutto da sola.
Ciao Salvatore, le iscrizioni per quest’anno sono fatte cmq devi seguire una procedura lunga e dispendiosa. Devi fare la traduzione giurata in spagnolo di documenti( copia della laurea autenticata dal notaio, docum di riconosc, cert esami sostenuti con votazione e dichiarazione del ministero pi della classe di concorso a cui hai accasso con la tua laurea in Italia). La procedura ti dicevo che è lunga soprttutto per il riconoscimento del titolo da parte del ministero. Le traduzioni giurate costano abbastanza e le puoi fare in uffici del consolato ( tribunale di Roma). Il tutto deve essere presentato al consolato per la legalizzazione( timbro dell’AIA). In ogni caso, sui siti delle università spagnole trovi le indicazioni. Imprescindibile la conoscenza della lingua spagnola!!
per Daniela. Potresti dirmi come si fa? Quali sono le procedure salvatorepiscitello1@virgilio.it
Ciao Daniela, anche io ho fatto tutto da sola e sono anche andata in Spagna agli inizi di ottobre per presentare i documenti originali e iscrivermi finalmente al benedetto master. Ho frequentato una settimana di corso e alla fine ho deciso di non farlo per diverse ragioni, tra cui anche la difficolta’ di mantenersi frequentando un master con tanto di obbligo di frequenza del 100% e le incertezze relative alla spendibilita’ in Italia. Per quanto riguarda il problema dell’abilitazione anche in storia, credo che sia necessario, come dici tu, seguire un altro anno il master cui si e’ iscritto il tuo ragazzo in storia e geografia. A dirti la verita’, non so se ci si possa abilitare in lettere in italiano, ma dipende molto dalle universita’. Dove avete deciso di andare? Non credo assolutamente che questa scelta sia una perdita di tempo..tutt’altro!E’ solo che te la devi sentire 🙂
Care ragazze grazie per il vostro contributo…. Ma io SONO MADRELINGUA SPAGNOLA e citadina italiana, vorrei anch’io diventare insegnante di spagnolo in italia, che formazione devo fare per esserlo? se sono madrelingua m’immagino che solo devo imparare la pedagogia e avere il certificato per poter insegnare nelle scuole private o publiche, come devo fare?
Ho già un’altra laurea di economia e commercio ma non riconosciuta in italia visto che vengo di un paese fuori della comunita europea….ma questo è un altro percorso….. Grazie a tutte o tutti
Ciao Sandra, questa e’ proprio una bella domanda! Hai provato a chiedere a qualche istituto Cervantes? so di corsi per diventare insegnanti di spagnolo..sara’ sicuramente piu’ semplice che ottenere l’abilitazione all’insegnamento di cui parliamo!Anche perche’ per insegnare nella scuola pubblica in Italia, dovresti essere in possesso di una laurea in lingue straniere e conseguire poi l’abilitazione..non si sa dove visto che al momento non e’ possibile.
Per Daniela: sei partita?:)
Cra Alessia, noi andiamo a Valencia. Le paure sono tante ma credo che non faccia male stare un anno in Spagna per una possibile abilitazione visto che in Italia non siamo considerati neanche precari. Tu dove ti eri iscritta?
Per Sandra: la situazione in Italia purtroppo non è delle migliori, cmq puoi fare una richiesta ai presidi delle scuole private per insegnare spagnolo. Buona fortuna!!!