blocco didattica ricercatori
La
protesta dei ricercatori che stanno aderendo allo
sciopero bianco e che quindi sospendono le attività didattiche non previste per legge mettendo in crisi il sistema di corsi e lezioni e lo stesso inizio di anno accademico, è un problema di tutti. A dirlo in una
lettera aperta indirizzata agli
studenti sono stavolta i ricercatori del
Cnru, il Comitato nazionale dei ricercatori universitari, una delle due grandi reti di ricercatori pubblici che stanno garantendo la tenuta della protesta su tutto il territorio. La mobilitazione dei ricercatori e il blocco della didattica non è una questione “di categoria” come si potrebbe pensare, stavolta i ricercatori parlano direttamente agli studenti.
Togliendo la disponibilità alla
didattica, spiegano i ricercatori del Cnru – dopo che anche i
rettori hanno detto la loro sul
rinvio dell’anno accademico – i ricercatori non terranno più corsi e lezioni. La conseguenza principale sarà la
drastica riduzione dell’offerta formativa degli atenei. “Molti studenti – spiegano i ricercatori – andando nelle segreterie non troveranno più, probabilmente, i corsi che avrebbero voluto frequentare” e poi “le tasse di iscrizione aumenteranno, i servizi per gli studenti si ridurranno”, diminuiranno qualità e quantità della didattica. “Ecco perché la protesta interessa anche voi” dicono quindi i ricercatori a studenti e famiglie.
Nell’
ultima assemblea nazionale tenuta alla Sapienza di Roma lo scorso venerdì 24 settembre, la rete del Cnru, ha ribadito la necessità della mobilitazione e dello stato di indisponibilità dei ricercatori – riconfermando la situazione emersa dall’ultima
assemblea nazionale della Rete29aprile – e ha invitato tutti gli atenei a promuovere dibattiti e a sostenere la protesta dei ricercatori. Tra le richieste più forti: la cancellazione dei
tagli previsti dalla 133 per il triennio 2011-2013, il riconoscimento dello stato giuridico, il recupero del blocco degli scatti stipendiali, l’istituzione del
ruolo unico per la docenza.
Ma le tasse per legge non possono superare una certa cifra, poi dicono che non c’è lavoro per gli avvocati, qualche avvocato potrebbe farsi carico di far rispettare questa legge richiedendo che vengano restituiti i soldi.